Piero Sidoti

Foto di Piero Sidoti che imbraccia una chitarra

In un torrido pomeriggio dell’estate 1998, ricevetti una telefonata che improvvisamente mi destò dal mio torpore sistemico; fu in quell’occasione che entrai in contatto per la prima volta con il cantautore Piero Sidoti.

Mi chiese di mettere un po’ d’ordine nel gruppo che in quel periodo lo coadiuvava nell’elaborazione delle sue canzoni ed io, con un minimo di perplessità, accettai la proposta.
Per fortuna, non ebbi modo di esercitare la mia leadership molto a lungo: i ruoli nei quali si rende necessario imporre una qualsiasi forma di autorità non mi piacciono; nell’arco di pochi mesi, infatti, la configurazione del gruppo cambiò radicalmente, poiché Piero, seguendo anche alcune mie indicazioni, si affidò a musicisti che non necessitavano certo di qualcuno che dicesse loro cosa fare.

Oltre a Sidoti e a me, della formazione originaria rimase solamente il sassofonista Antonio Della Marina e dopo qualche mese, grazie ad un contatto di quest’ultimo, invitammo a collaborare con noi il sassofonista e arrangiatore Antonio Marangolo, del quale, per tracciarne un breve ritratto, è sufficiente menzionare le collaborazioni con Paolo Conte, Ares Tavolazzi, Francesco Guccini, ecc.

Nell’autunno di quell’anno, cominciammo a registrare alcuni dei brani che nell’anno seguente furono inseriti in un demo che, nello spazio di poco tempo, divenne introvabile e del quale, a titolo di memoria, rimane solamente l’immagine della copertina qui riportata.

Foto della copertina di un demo introvabile

Nel 2001, con la regia di Andrea Collavino e con la partecipazione degli attori Giuseppe Battiston e Max Speziani, allestimmo un working progress in forma di teatro-canzone, che il Teatro Club di Udine produsse ed inserì nel cartellone di un importante festival di Milano.

Con una nutrita band, nell’estate 2003 prendemmo parte alla realizzazione di alcune sequenze del film di Silvio SoldiniAgata e la Tempesta”; le riprese ebbero luogo a Londra nei primi giorni di Settembre di quell’anno.

Ciò che già all’epoca mi colpì profondamente, fin dai primi ascolti delle canzoni scritte da Piero Sidoti, fu la sua capacità di scavare nelle emozioni più nascoste delle persone, usando le parole a mio avviso semplicemente in maniera straordinaria.

In seguito Piero fu accolto sotto l’ala di Lucio Dalla, che ne guidò i passi fino al 2013, anno della scomparsa dell’inarrivabile, geniale artista bolognese, da me particolarmente amato.

Lo scatto pubblicato in questa pagina è stato realizzato da Alberto Lo Gioco.

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Mauro Costantini