3. Presto

Dipinto di Johan Sebastian Bach rappresentato di profilo mentre suona un organo a due manuali. Vestito con una lunga casacca blu, calze bianche e scarpe nere, sembra scrutare le persone che osservano il ritratto con sguardo corrucciato e leggermente diffidente.

Nel Finale (Presto), così come nel Secondo Brandeburghese, i principi dello stile fugato si uniscono a quelli concertanti, sebbene in questo caso la condotta delle voci risulti essere più tesa ed articolata.
Le entrate a canone del tema, il cui incipit riecheggia quello del Brandeburghese n. 2, sono proposte dal Tutti lungo un arco modulante che dal tono d’impianto (sol) tocca il relativo minore (mi) e la sottodominante (do).
Gli interventi dei solisti si pongono a metà strada tra il divertimento contrappuntistico e l’intermezzo concertante, e ancora una volta affidano al violino l’episodio di maggior impegno virtuosistico, consistente in accordi spezzati, agili volatine di semicrome e tremoli vigorosi.
In questo movimento, il Tutti collabora “da protagonista” allo sviluppo dell’eloquio musicale ed acquisisce così un peso maggiore rispetto al semplice ruolo di accompagnamento svolto nel primo tempo, seguendo un percorso inverso a quello del Secondo Brandeburghese, dove i soli, meno visibili in apertura del concerto, si impongono più decisamente all’orchestra soltanto nel finale
Si ristabilisce così un più proporzionato rapporto dinamico tra solisti e ripieno che contribuisce ad arricchire quel sofisticato e delicato complesso di equilibri sul quale è complessivamente costruita, pur nell’individualità dei singoli concerti, l’intera raccolta dei Brandeburghesi.

Dalla Guida all’ascolto redatta da Carlo Carnevali

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