Scrivere le note

Indice generale

  1. Parte 1a: Gestione dello spartito
    1. Lezione 1 - Scrivere le note
    2. Lezione 2 - Uso delle variabili
  1. Parte 2a: Stile e output
    1. Lezione 3 - Make up della partitura
    2. Lezione 4 - Trasposizione & output
  1. Parte 3a: Gestione della partitura
    1. Lezione 5 - Sistemi multipli
    2. Lezione 6 - Estrazione delle parti
  1. Appendice: Script di riferimento
    1. Schema 20: Trasposizione & output
    2. Schema 26: Sistemi multipli
    3. Schema 33: estrazione delle parti

Lezione 1

Riproduzione grafica della chiave di Sol con degli strumenti musicali incastonati all'interno

Questa prima lezione fa riferimento agli appunti relativi al primo incontro avvenuto il 22 Marzo 2018.

In primo luogo, creiamo nel nostro file system una cartella di lavoro che potremo chiamare <Primolily>.
Apriamo un editor di testo o l’editor proprietario di LilyPond e scriviamo il nostro primo comando, che identificherà la versione del compilatore con il quale realizzeremo il nostro spartito musicale:

Schema 1: versione del programma

\version "..."

nel presente corso abbiamo utilizzato la versione 2.18.2, che andrà inserita fra i due caratteri di citazione <”> .

Questa riga di codice – come da noi sperimentato nell’ambito delle esercitazioni frontali – può essere posizionata in qualunque punto del file, poiché ciò, ai fini della compilazione, è assolutamente ininfluente; tale istruzione, però, è necessaria alla compilazione del codice sorgente.

Abbiamo pensato bene, quale scopo dell’esercitazione, di trascrivere in maniera facilitata le prime sedici misure della celebre melodia dell’inno alla gioia e, per fare ciò, cominceremo ad immettere le prime quattro misure che compongono la melodia, utilizzando il codice seguente:

Schema 2: le altezze

\version "2.18.2"
\relative c'' {
e4 e f g | g4 f e d | c4 c d e | e4. d8 d4 r |
}

Ora, nella cartella appena creata, sarà necessario eseguire un salvataggio del documento, attribuendo ad esso un nome seguito dall’estensione .ly – ad esempio: <primolily.ly> – e, successivamente, darlo in pasto al compilatore mediante gli appropriati comandi.

Nota: consultare la documentazione del programma, poiché – come osservato nel corso delle lezioni – le procedure variano in relazione al sistema operativo per il quale è concepito il software in uso.

Dopo la compilazione del sorgente, se la sintassi sarà corretta, a schermo dovrebbero aprirsi due finestre.
La prima finestra sarà quella detta di log, che offre un rendiconto del successo relativo al processo di compilazione o, se presenti, fornisce un report degli eventuali messaggi di errore, causati da sbagli di sintassi a livello del sorgente.
Una seconda finestra – accolta dagli allievi sempre con particolare compiacimento durante i nostri incontri – dovrebbe presentare il lettore predefinito per la lettura dei file in formato PDF, con il risultato grafico della compilazione: nel nostro caso, le prime quattro misure della melodia appena codificata e riportata nell’immagine qui sotto: Wow!

Riproduzione grafica della musica generata dallo schema 2

Nota: rispetto all’esempio visualizzato – per ragioni che spiegheremo in seguito – il file compilato presenterà sempre un rientro al livello del primo pentagramma della partitura.

Nella cartella di lavoro, inoltre, assieme al file di origine sul quale stiamo operando, sarà presente il risultato grafico della compilazione, all’interno di un documento che avrà lo stesso nome del sorgente, ma con estensione PDF, il quale – come abbiamo già osservato – viene aperto mediante una procedura automatica nel PDF reader predefinito.

Nota: ogni compilazione sostituirà il file PDF senza nessuna richiesta di conferma; se si desidera mantenere una versione del documento precedentemente compilato, sarà necessario farne una copia in un’altra posizione o modificarne il nome.

Per concludere questa prima lezione, sarà utile dare completezza al nostro pentagramma – un po’ scarno a dire il vero – inserendo la codifica che determinerà l’armatura di chiave – quella di Sol per default – le indicazioni di tempo, le indicazioni metronomiche e la doppia barra di chiusura del brano.

Impareremo, in questo specifico passaggio, anche ad inserire dei commenti all’interno del codice; essi saranno ignorati dal compilatore del sorgente, ma torneranno a noi molto utili quando le proporzioni del documento si espanderanno sensibilmente.

Per fare ciò, integriamo il codice precedentemente immesso con queste ulteriori istruzioni:

Schema 3: armatura e commenti

%Versione del programma
\version "2.18.2"
%definisce la posizione della melodia rispetto al Do3: nella circostanza il primo Mi sarà quello sul quarto spazio del pentagramma in chiave di Sol
\relative c'' {
%Definisce la tonalità di impianto della melodia: nel nostro caso Do Maggiore.
\key c \major
%Determina la suddivisione temporale delle misure in quattro quarti
\time 4/4
%Imposta i BPM del metronomo: 120 BPM in rapporto alla nota di 1/4
\tempo 4 = 120
%Misure 1-4
e4 e f g | g4 f e d | c4 c d e | e4. d8 d4 r |
%Doppia barra conclusiva
\bar "|."
%Chiusura livello 1
}

Nota: il carattere Pipe o barra verticale <|> inserito fra le battute musicali ha la funzione – mediante un’istruzione che analizzeremo in seguito – di contatore e restituisce, quale risultato, il numero delle misure immesse nello spartito.

Salviamo, compiliamo e, se saremo stati attenti a non incorrere in errori, dovremo ottenere il risultato che è visualizzato nell’immagine qui presente: doppio Wow!

Riproduzione grafica della musica generata dallo schema 3

L’immagine utilizzata in questa pagina proviene dalle bacheche tematiche di Pinterest.

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Tavola dei contenuti

  1. Versione del programma Schema 1
  2. Le altezze Schema 2
  3. Armatura e commenti Schema 3

Riferimenti