Abstract
Il 30 gennaio 2020, in una circostanza molto speciale, un gruppo di bambini ha declamato per me alcuni frammenti di un testo di rilevanza planetaria:
ecco il resoconto.
Premessa
Spiegherò una vela d’argento e farò rotta verso il sole…
da una canzone popolare del West Country.

Splendeva il sole giovedì 30 gennaio 2020 ed era di pomeriggio quando, rientrando a casa a bordo di uno di quei treni che un tempo si sarebbero definiti “treni locali”, per non correre il rischio di attenuare la forza dell’impatto emotivo che in me aveva destato un fatto accaduto qualche ora prima, annotavo sul mio piccolo terminale i dati essenziali di questo resoconto.
Quel giorno, nessuno poteva immaginare che nel’arco di poche settimane, a causa del Coronavirus, la dinamica delle relazioni interpersonali, la scala delle priorità che fino a qualche giorno fa tutti ritenevamo oramai consolidata e, forse, l’intera storia dell’umanità avrebbero subìto una così brusca e inattesa svolta.
Condivido questa cronaca pur sapendo che essa è priva del suo elemento costitutivo più importante: un riferimento audio che – ahimè – non potrò più recuperare.
La traccia mancante, infatti, avremmo dovuto fissarla in un audio file lo scorso 12 marzo; essa avrebbe dovuto permettere di ascoltare la voce di un gruppo di bambini che, in una circostanza molto speciale, avevano declamato per me alcuni frammenti di un testo di rilevanza planetaria.
Trattandosi di una performance che mi aveva colto del tutto impreparato e sprovvisto di supporti tecnologici, mi ero ripromesso di documentare l’evento in un secondo tempo, ma per ovvi motivi, non sarà più possibile farlo.
Sui banchi di scuola
Il mondo esiste solo per il respiro dei bambini che vanno a scuola.
Talmud babilonese – Shabbath 119 v.

Come già ho ricordato in più circostanze nel contesto di queste pubblicazioni, per motivi inerenti l’attività di consulente per gli ausili che svolgo per conto dell’Ufficio H, con una certa periodicità mi accade di interagire con gruppi classe della scuola primaria o secondaria di primo o – più raramente – di secondo grado.
In una di queste mie incursioni, ho vissuto un’esperienza che mi ha riempito il cuore di speranza e mi ha fornito qualche indicazione su come potrebbe configurarsi la società del futuro.
Nello stesso istante in cui Eurispes pubblicava un rapporto statistico il quale dimostra che il 15% degli italiani ritiene che la Shoah sia un’invenzione – rammento, per completezza di informazione, che il precedente campione relativo all’anno 2004 rappresentava un dato pari al 2% -, io venivo accolto in un modo piuttosto insolito dalla 4a C di una scuola primaria della provincia di Udine.
La maestra Sonia e la maestra Sara, assieme ai bambini, sapendo del mio arrivo, avevano preparato per me quella che tutti loro definivano una sorpresa e, non appena entrato in aula, dopo avermi educatamente salutato, in accordo con le insegnanti i ragazzi mi hanno invitato a sedermi accanto alla cattedra.
di fronte ad un invito così fermo e categorico, altro non rimaneva se non predispormi all’ascolto e attendere in rispettoso silenzio…
Gli allievi, sollecitati dalla maestra Sonia, avvicinandosi a me sfilando uno alla volta; hanno dichiarato il proprio nome e la relativa provenienza e hanno recitato per me con passione e partecipazione alcune righe tratte dal diario di Anne Frank.
Dal diario di Anne Frank

Prova anche tu, una volta che ti senti solo o infelice o triste, a guardare fuori dalla soffitta, Quando il tempo è così bello, non le case o i tetti, Ma il cielo.
Finché potrai guardare il cielo senza timori, sarai sicuro di essere puro dentro e Tornerai ad essere felice.
Anne Frank
Come farfalle gialle…
Siate sempre come quella farfalla gialla che vola sopra i fili spinati.
Dal discorso tenuto al parlamento europeo dalla senatrice della repubblica italiana Liliana Segre.

Fra gli altri, In successione, hanno declamato questi versi per me:
Bimbe e bimbi dalle provenienze più disparate, intelligenti e determinati, dai nomi bellissimi e musicali che, per ragioni di riservatezza, non mi è possibile pubblicare.
Non sono mancati, naturalmente, ragazzi nati e cresciuti nell’area geografica in cui è situata la scuola, in una splendida commistione di accenti, di culture e di sensibilità.
La poesia che ho ascoltato indica chiaramente che, nonostante la percezione del pericolo, nonostante il dolore e la privazione, è possibile trovare uno spazio nel nostro cuore dove regnano immutabili la purezza e la felicità.
Per Anne Frank era sufficiente guardare uno squarcio di cielo per ritrovare questa dimensione; io l’ho ritrovata ascoltando la voce di questi ragazzi, poiché essi, in una sorta di percorso visionario, mi hanno fatto intravedere come un giorno, sicuramente, sarà concepito il futuro dell’umanità.
Grazie ragazzi, grazie maestre: voi siete l’istantanea di riferimento che chiunque dovrebbe portare sempre in tasca, rappresentate la matrice dalla quale farsi ispirare per riprogettare l’essere ‘umano, portate in voi quello squarcio di cielo puro e limpido che Anne Frank ha conservato nei suoi occhi e nel suo cuore fino all’ultimo respiro: vi voglio bene!
Le immagini utilizzate in questa pagina provengono dalla libreria di Google e dalle bacheche tematiche di Pinterest
Esse, in virtù dei testi descrittivi realizzati da mia figlia Cry, potranno essere apprezzate nei particolari anche dai non vedenti – mediante la vocalizzazione proposta dallo screen reader: grazie!
Riferimenti
Allego di seguito uno stralcio del discorso della senatrice della repubblica italiana Liliana Segre al quale ho fatto riferimento nella precedente sezione.
2 risposte su “Come i bimbi del Talmud”
Vorremmo che tutte le classi di questo mondo fossero così, e che poi quei piccoli potessero portarsi dietro per tutta la vita quello stesso momento, così come l’hanno vissuto, ognuno la propria voce, la propria sensibilità, la propria storia, insieme agli altri.
La sorpresa di un momento sta nella leggerezza di un attimo.